TUTTI I BATTITI DEL MIO CUORE


regia
Jacques Audiard
con Romain Duris, Linh-Dan Pham, Niels Arestrup,
Emmanuelle Devos, Aure Atika, Gilles Cohen
sceneggiatura Jacques Audiard, Tonino Benacquista
fotografia Stéphane Fontaine
montaggio Juliette Welfling
scenografia Francois Emmanuelli costumi Virginie Montel
musica Alexandre Desplat
produzione Why Not Productions, Sedif, France 3 Cinéma
distribuzione BIM
durata 1h42m

Francia 2005
 

La trama: Tom ha ventotto anni e come il padre, lavora nel settore immobiliare, a volte con metodi che vanno oltre la legalità. L'incontro casuale con l'agente della madre pianista, morta da anni, riapre nel giovane il desiderio di una carriera da musicista che nutre fin da bambino. Decide quindi di prendere lezioni private, affidandosi ad una pianista cinese che non parla la sua lingua; così, l'unico mezzo di comunicazione diventa la musica.


Il regista: Nato a Parigi nel 1952 da una famiglia di artisti, Jacques Audiard inizia ancora studente, come aiuto montatore per Polanski nel 1976, per il film L'inquilino del terzo piano.
Passa poi al teatro e negli anni ottanta al cinema, come sceneggiatore. Dopo vari corti, nel '94 dirige il suo primo film Guarda gli uomini cadere, seguito da Un heros tres discret ('96), che vince il premio per la sceneggiatura a Cannes. Del 2001 è il suo terzo film Sulle mie labbra, con Vincent Cassel e Emmanuelle Devos.


Il film: Remake del cult Rapsodia per un killer di James Toback, Tutti i battiti del mio cuore, thriller romantico e sanguigno, è stata la sorpresa della stagione appena conclusa del cinema francese. Moderno, attuale, perfettamente in linea con la realtà contemporanea in cui i suoi personaggi si muovono, il film colpisce per il ritratto preciso e concreto di uno stato d'animo, quello del protagonista, della sensazione di un'urgenza che rende inevitabile l'inevitabile, che non ammette ripensamenti e che non si ferma davanti a nessun ostacolo.
La necessità è quella di Tom, che ha represso per anni una passione, annegandola in un mondo fatto di compromessi (con il padre in primo luogo, ma soprattutto con l'ombra della madre morta), di falsa felicità data del benessere, di bugie raccontate principalmente a sé stesso. Pur narrando di personaggi estremi che sicuramente ci assomigliano poco, il messaggio del film è piuttosto universale, costruito attorno alla necessità di un desiderio per quanto soppresso, riemerso dalla nostra coscienza, all'impellenza incontenibile di raggiungere l'obiettivo che può renderci felici, malgrado tutto.
Film sulla redenzione quindi, sul riscatto morale, che gioca molto sulla casualità degli eventi, elemento scatenante e primario della volontà del protagonista di provare a cancellare tutto il presente con un colpo di spugna e tirar fuori dal cassetto un sogno, forse ormai troppo vecchio, troppo a lungo tenuto in serbo, forse impossibile da realizzare. Per caso infatti, Tom incontra l'impresario ex agente della madre pianista, per caso arriva la proposta delle ripetizioni di piano, per caso avviene l'incontro risolutore con il russo.
E la casualità degli eventi sembra dire che la vita offre sempre una seconda possibilità.
Film sulla musica soprattutto, e sul suo linguaggio universale che accomuna tutti gli individui e che spiana la strada a qualsiasi difficoltà di comunicazione.
Tutti i battiti del mio cuore  deve molto all'interpretazione sanguigna e travolgente di Romain Duris, uno degli attori più in vista dell'ultima generazione del cinema francese, che dipinge un personaggio vero e vicino allo spettatore, tormentato, romantico ed esplosivo come il suo desiderio represso. In un ruolo minore ritroviamo Emmanuelle Devos, già protagonista del film precedente del regista, Sulle mie labbra.
Il film ha vinto otto César del cinema francese, tra cui quello per il miglior film, sceneggiatura e regia, ed è stato presentato in concorso a Berlino 2005, dove ha vinto l'Orso d'Argento per la migliore colonna sonora.
                                                                                                                      V.M.

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