LA CASA DEI MATTI

di Andrej Koncalovskij
con Julija Vytsotskij, Sultan Islamov, Evgenij Mironov
Brian Adams, Elena Fomina
sceneggiatura Andrej Koncalovskij
fotografia Sergej Kozlov
scenografia Lubov Skorina
montaggio Olga Grinspun
musica Edward Artemiev costumi Svetlana Walter
produzione Koncalovskij, Kleiman
distribuzione Istituto Luce
durata 1h40m

Russia 2002


La trama: frontiera fra Russia e Cecenia, 1996. Allo scoppio della guerra fra i due Paesi, i medici di un manicomio fuggono in massa, abbandonando al loro destino i malati, ospiti dell'istituto. Questi ultimi, fra cui la giovane Janna, continuano la loro vita di tutti i giorni ignari del pericolo che incombe, fino a quando un gruppo di soldati si insedia nell'ospedale. Janna, suonando la sua fisarmonica, si rifugia in un mondo di sogni immaginario che la protegge dalla furia della guerra.


Il regista: apprezzato regista russo, fratello di Nikita Michalkov, Koncalovskij nasce a Mosca nel 1937 da una famiglia di artisti; il bisnonno e il nonno sono stati due celebri pittori russi, mentre sua madre un'apprezzata poetessa e suo padre, poeta e commediografo. Dopo molti anni di studio, nel 1965 abbandona la musica per dedicarsi al cinema, che lo porterà a lavorare molto in America. Fra i suoi film ricordiamo Siberiade ('79), A trenta secondi dalla fine ('84), Duet for one ('86), Il proiezionista (91), Asja e la gallina dalle uova d'oro (94). E' anche un apprezzato attore, sceneggiatore e regista teatrale.


Il film: definito il Qualcuno volò sul nido del cuculo  del 21° secolo, La casa dei matti  è un'impietosa e commovente metafora sugli orrori della guerra che prende spunto da fatti realmente accaduti nel 1996 durante il conflitto fra Russia e Cecenia, e che vede come protagonista un gruppo di malati mentali abbandonati a loro stessi. L'ingenuità e il candore con cui i poveretti vanno verso i soldati che portano morte e distruzione è indimenticabile, come lo sguardo della protagonista Janna, perso in una mondo lontano e immaginario, fatto di musica e di amore per la sua rock-star preferita, mentre tutto intorno a lei il mondo esplode nella sua follia.
Il film è stato girato in una vera casa di cura alla periferia di Mosca, e vede come interpreti i veri malati dell'ospedale a cui si è aggiunto uno sparuto gruppo di attori professionisti che, egregiamente diretti dal regista, donano un tocco di stupita ingenuità ai loro personaggi, rendendoli reali e dolorosamente pietosi. 
Su tutti spicca l'intensa dolcezza di Julia Vysotsky, nella vita moglie del regista, bellissima e straziante nel ruolo di Janna.
Da ricordare anche i due cameo di Jeremy Irons e della rock-star Brian Adams, che interpreta se stesso nelle fantasie della protagonista, afflitta dal "complesso della sposa di Cristo", malattia mentale che vede una donna travolta dall'amore totale ma impossibile verso una star internazionale, e che la porta a vivere una vita al di fuori della realtà.
Ironico, felliniano, metaforico, allo stesso tempo crudo, drammatico e senza speranza, il film è stata una delle migliori pellicole presentate in concorso a Venezia 2002, dove ha vinto il Gran Premio della Giuria.