IL
TEMPO DEI CAVALLI UBRIACHI
regia di Bahman Ghobadi
con Nezhad Ekthiar-Dini, Amaneh Ekhtiar-Dini, Maki
Ekthiar-Dini,
Ayoub Ahmadi
sceneggiatura Bahman Ghobadi
fotografia Saed Nikzat
montaggio Samas Tavazoi musica
Hossein Alizadeh
produzione Baham Ghobadi
distribuzione Lucky Red
durata 1h15m
Iran, 2000
La trama: Quattro bambini curdi, orfani di entrambi i genitori, lottano contro le difficoltà della vita nel loro piccolo villaggio, sperduto fra le montagne perennemente innevate del Kurdistan iraniano. Per salvare la vita del più piccolo, affetto da nanismo e che ha bisogno di un' urgentissima e costosa operazione, si ingegnano tutti in qualche modo: la più grande accetta di sposarsi, mentre l'altro giovane fratello, diventa contrabbandiere.
Il regista: Bahman Ghobadi, trentunenne regista curdo iraniano, è stato in passato aiuto regista di Abbas Kiarostami in E il vento ci porterà via e di Samira Makhmalbaf in Lavagne, dove ha anche recitato nel ruolo del protagonista. Il tempo dei cavalli ubriachi è la sua prima, folgorante regia.
Il film: nato
da un documentario, il film è stato un colpo di fulmine al Festival di Cannes
2000, dove ha vinto la Camera d'Or. Oramai da tempo il cinema iraniano ci ha
abituati ad atmosfere poetiche, storie molto semplici, dove sono spesso i
bambini a raccontarsi, e questo piccolo film, girato in assoluta economia,
scritto, prodotto e diretto da un giovane autore curdo, ne è l'ennesima
conferma; arriva da lontano a ricordarci di un mondo diverso, duro, dove tutto
è più difficile, dove il diritto di essere bambini spesso è negato e dove
anche avere un quaderno nuovo diventa una difficoltà insormontabile. Con le sue
bellissime immagini, sincere e strazianti, di un realismo quasi insostenibile, Il
tempo dei cavalli ubriachi è soprattutto un monito verso noi
occidentali, e verso le nostre responsabilità di indifferenti ricchi del mondo.
I bambini protagonisti della storia sono dei veri fratelli, già orfani di
madre, che hanno perso il padre a causa di una mina. Il finale del film rimane
aperto un po' per scelta stilistica (apparentemente non c'è una soluzione), un
po' per cause di forza maggiore: il regista aveva finito la pellicola e tutti i
soldi. Nel mondo c'è anche chi fa i film così.