I
CENTO PASSI
di Marco Tullio Giordana
drammatico italia '00 durata 1h44m
Gli Interpreti: Luigi Lo Cascio (Peppino Impastato), Luigi Maria Burruano
(Luigi Impastato), Lucia Sardo (Felicia Impastato), Paolo Briguglia (Giovanni
Impastato), Tony Sperandeo (Tano Badalamenti).
La Trama: a Cinisi, paese siciliano come tanti, si consuma la storia vera di Peppino Impastato, ribellatosi al padre mafioso e alla cultura del silenzio. La sua adolescenza coincide con il '68, quando tutti i giovani erano spinti dalla stessa speranza di cambiare il mondo. E la denuncia di Peppino non conosce compromessi passando per i circolo culturali, mostre fotografiche e Radio Aut, piccola emittente corsara. I cento passi sono quelli che separano la casa di Peppino da quella del boss Tano Badalamenti, suo zio.
Il Regista: Marco Tullio Giordana, nato a Milano nel 1950, ha esordito nel 1980 con maledetti vi amerò presentato al Festival di Cannes e vincitore del Pardo d'oro al Festival di Locarno. Successivamente ha diretto la caduta degli angeli ribelli (1981), notti e nebbie (1983), appuntamento a Liverpool (1988), la neve sul fuoco, episodio del film la domenica specialmente (1991) e Pasolini, un delitto italiano (1995).
Il Film: il film ha vinto il premio per la sceneggiatura alla Mostra del Cinema di Venezia 2000. Lo sceneggiatore Claudio Fava, figlio di Giuseppe, aveva già dedicato a Peppino Impastato una puntata della serie tv cinque delitti imperfetti realizzata insieme a Marco Risi e trasmessa nel 1993 da Canale 5.
Approfondimento: "Sono
molto legato sentimentalmente a questo lavoro" dice
Claudio Fava, sceneggiatore insieme a Monica Zapelli, giornalista e parlamentare
diessino, figlio dello scrittore Giuseppe ucciso dalla mafia nell'84. "L'intervento
di Giordana sulla sceneggiatura ci ha aiutato a raggiungere un certo distacco
emotivo, permettendoci da una parte una visione più algida e dall'altra
più intima della vicenda. Il lavoro di collaborazione col regista è stato
lento e graduale, con interventi minuziosi in tutto il copione".
Il film su Peppino Impastato, nato a Cinisi, e sui cento passi che lo separano
dalla casa del boss Tano Badalamenti, non è propriamente "di mafia",
ma è la storia di un rapporto fra padre e figlio, espressione della cultura
della prudenza mafiosa l'uno, e di un rivoluzionario azzeramento di quella
prudenza l'altro.
"Non è un film
sulla mafia",
aggiunge il regista di Pasolini, un delitto italiano, poiché
non ci sono eroi a tutto tondo: il figlio abiura le idee del padre con dubbio e
sofferenza".
Spinto dalle utopie del'68, Peppino percorre una strada diversa dalla paterna:
con alcuni amici fonda un giornale antimafia, un circolo culturale e Radio Aut,
emittente locale che bersaglia i mafiosi. Verrà ucciso nel '78 con 6 chili di
tritolo. "La
proposta mi è arrivata due anni fa dal produttore Fabrizio Mosca",
spiega il regista, "non
avevo mai trattato questo argomento e non conoscevo a fondo la realtà mafiosa,
che è prima di tutto un'associazione familiare",
ed è in questo profondo legame familiare che si innesca il dramma delle scelte,
sofferto in egual misura dal padre e dal figlio.
"Ho avuto bisogno
di rivivere l'esperienza",
aggiunge Giordana, "di
ristudiarla minutamente, ricostruendo l'ambientazione con un'ossessione quasi
maniacale dei particolari".
Per questo film girato quasi interamente in Sicilia in 10 settimane, con un
budget di 5 miliardi, il regista ha preteso attori del luogo che potessero
rendere meglio quel mondo a parte, in cui i silenzi dicono più delle parole.