E IL VENTO CI PORTERA'
VIA
di Abbas
Kiarostami
Gli
Interpreti: Behzad Dourani e gli abitanti del villaggio di Siah Darek nel
Kurdistan iraniano.
La Trama: In uno sperduto villaggio del Kurdistan iraniano, arrivano un regista e la sua troupe. L'uomo, quasi isolato dal resto del mondo (fatica a trovare il campo di ricezione per il suo cellulare), esplora il luogo con la guida di un bambino, lasciando credere che è in cerca di un tesoro. In realtà si è spinto fin lì per riprendere una particolare cerimonia funebre, ma l'anziana donna che dovrebbe morire entro breve tempo si riprende. Nell'attesa, il regista scopre la magia del luogo e dimentica lo scopo del viaggio.
Il Regista: Abbas Kiarostami, nato a Teheran nel 1940, si appassiona al disegno e tra il '60 eil '68 realizza i titoli di vari film di fiction. Nel '69 fonda il Dipartimento di Cinema dell'Istituto per lo Sviluppo Intellettuale dei bambini e dei ragazzi, che diventerà uno degli studi più importanti dell'Iran. Esordisce nel lungometraggio nel '74, con Il viaggiatore. I suoi film più noti sono: Dov'è la casa del mio amico? ('87), Close Up ('90), E la vita continua ('92), Sotto gli ulivi ('94), Il sapore della ciliegia ('97), Palma d'oro c Cannes.
Il Film: Nel film, Premio della Giuria a Venezia '99, è citata una
poesia di Forough Farrokhzad, apprezzata autrice iraniana nata nel 1937 e morta
in un incidente d'auto a 33 anni.
Approfondimento
L'attesa di un
evento. Questo è il soggetto dell'ultimo Kiarostami, autore ormai consacrato a
livello internazionale, soprattutto dopo la Palma d'oro nel'97 a Cannes con Il
sapore della ciliegia. Ne Il vento ci porterà via come in
altri film del regista iraniano, la trama è un pretesto per raccontare un serie
di incontri, tensioni, riflessioni filosofiche. "E' vero che un film senza
storia - ha scritto Kiarostami - non ha molto successo presso il pubblico, ma
bisogna anche sapere che una storia deve fornire indizi e alcune caselle vuote.
Queste ultime, come nelle parole crociate, devono essere completate dallo
spettatore. Chi guarda - come un detective privato in un intrigo poliziesco -
dovrà trovare la soluzione dell'intreccio". Il film è ambientato in un
piccolo villaggio del Kurdistan dove giungono alcune persone da Teheran, alla
ricerca di qualcosa. "Credo in un cinema - ha detto il regista - che dia
più possibilità e più tempo al proprio pubblico. Un cinema in divenire, un
cinema incompleto che si completi con lo spirito creativo degli spettatori. E
all'improvviso avremo un centinaio di film ognuno dei quali corrisponde a chi lo
ha immaginato". Il vento ci porterà via - composto, come di
consueto, da attori non professionisti - è caratterizzato dalla summa di stili
utilizzati negli altri suoi film. Rispetto a Il sapore delle ciliegia, Kiarostami
ha affrontato, in questo film indiziario e sospeso, la riflessione sulla vita e
la morte con uno spirito più libero e sciolto. Una chiave dell'opera è da
ricercare nei versi della poetessa Forough Farrokhzad che danno il titolo al
film e sono al centro di un'intera sequenza: "Senti il frusciar
dell'oscurità?/Ora nella notte qualcosa sta passando/e la luna rossa è in
allarme".
Una curiosità: nell'edizione doppiata curata da Babak Karimi e Gianni Galassi,
per differenziare il linguaggio tra i personaggi di città e quelli di campagna,
a doppiare questi ultimi sono degli iraniani residenti a Roma che non parlano
bene la nostra lingua. Il problema maggiore nel doppiare i film di Kiarostami -
ci ha spiegato Karimi - è di rendere naturali i doppiatori professionisti,
senza eliminare difetti di respirazione o di pronuncia.